IL CASO CLINICO CHE NON HO PIU’ DIMENTICATO

Giulia Russo

Nel corso della Sessione “Il caso clinico che non ho più dimenticato” sono stati presentati tre casi clinici ‘challenging’ per il cardiologo, dove l’expertising, lo studio dei dati in letteratura e la collaborazione tra clinici ha portato in tutti e tre i casi al ‘lieto fine’.
Il primo caso ‘Un paziente con cardiopatia ischemica acuta’ è stato presentato dal Dr. Battista e riguardava la problematica della rivascolarizzare in un paziente giovane ricoverato per aneurisma cerebrale con una anamnesi patologica remota complessa comprendente molteplici fattori di rischio cardiovascolari, tra cui cardiopatia ischemica già nota con pregressa angioplastica su IVA prossimale e coronaria destra, diabete mellito, vasculopatia periferica e con storia di carcinoma esofageo trattato chirurgicamente ma attualmente in chemioterapia per metastasi. Durante il ricovero il paziente ha sviluppato un quadro di NSTEMI con insorgenza di severa disfunzione ventricolare sinistra, non precedentemente presente, e con riscontro alla coronarografia di stenosi critica del TC e dell’IVA. Dopo un consulto multidisciplinare (oncologo, cardiologo e neurochirurgo) il paziente è stato sottoposto a rivascolarizzazione tramite PTCA previo posizionamento di device Impella, è stato quindi dimesso asintomatico ed in terapia ottimizzata. Al follow-up il paziente non ha angor e presenta all’ecocardiografia un significativo miglioramento della funzione sistolica del ventricolo sinistro, ora moderatamente ridotta.
Il secondo caso ‘Un paziente con scompenso cardiaco acuto’ è stato presentato dalla dr.ssa Zagnoni. Si trattava di una donna con storia di reumatismo articolare acuto e pregressa stenosi mitralica trattata con commissurotomia, asintomatica fino a qualche anno fa quando comincia ad essere ricoverata per episodi di scompenso acuto. Durante il primo ricovero per scompenso all’ecocardiografia era stato dimostrato un buon esito del risultato chirurgico di commissurotomia mitralica in presenza di stenosi aortica moderata, di insufficienza tricuspidale importante e di ventricolo sinistro normofunzionante. Sempre in compenso labile, la valvulopatia aortica è progredita fino a diventare severa e la Signora è stata ricoverata in scompenso acuto, questa volta poco responsivo ai diuretici ev, per cui è stata sottoposta ad ultrafiltrazione periferica con un buon risultato in termini di calo ponderale. Alla paziente è stato quindi proposto l’intervento cardiochirurgico di sostituzione valvolare e valvulopalstica della tricuspide.
L’ultimo caso, ‘Un paziente aritmico, è stato condotto dal dr. Mantovan che ha davvero colpito l’auditorio con la storia di un ragazzo senza fattori di rischio cardiovascolari e senza familiarità che sincopa con trauma cranico ed ha un riscontro ECG di TVS e FV recidivanti non responsivi alla terapia farmacologica (amiodarone, lidocaina) né ad overdrive con stimolazione provvisoria da apice del ventricolo destro e che, all’ultimo tentativo, prima di procedere al posizionamento dell’ECMO, viene trattato con infusione continua di isoprotenerolo con completa risoluzione delle aritmie. Il paziente è stato sottoposto durante il ricovero a ecocardiografia (normale), RMN (normale) e coronarografia (coronarie senza stenosi) ed infine ad impianto di ICD. Durante i monitoraggi si evidenziava la persistenza di aritmie, TV rapide, sintomatiche per pre-lipotimia, pertanto si decideva di sottoporre il paziente a SEF che mostrava la presenza di un focus aritmico a carico della parete inferiore del ventricolo destro che veniva ablato con successo. Alla luce dell’ECG e dei dati in letteratura la diagnosi possibile formulata è stata quella di ‘Early repolarization syndrome’ che si manifesta con sopraslivellamento del tratto ST e aritmie frequenti.