Il problema dell’idoneità: vademecum per il clinico pratico

Sonia Lo Iacono

Il compito del Cardiologo nell’idoneità all’attività sportiva prevede un lavoro di Team con i Medici dello sport preposti alla certificazione. In caso di sincopi da sforzo negli atleti devono essere escluse cardiopatie sottostanti, effettuando ECG, ecocardiogramma, test ergometrico e tilt test. In caso di sincope neuromediata può essere rilasciata l’idoneità. Per quanto riguarda le bradiaritmie, la valutazione non può prescindere dalla prova da sforzo. In caso di pause sinusali a riposo utile il disallenamento. Per quanto concerne le cardiopatie congenite semplici, dopo opportune valutazioni, è possibile concedere l’idoneità all’attività sportiva. DIV piccoli possono ricevere l’idoneità per tutte le attività sportive tranne che per quelle subacquee. In caso di correzione chirurgica devono essere rivalutati a distanza di tre-sei mesi. Per la Stenosi polmonare lieve non vi è controindicazione se è stato effettuato test ergometrico massimale negativo. In caso di coartazione aortica le forme non emodinamicamente significative possono avere l’idoneità per sport di destrezza; in presenza di stenosi aortica di grado lieve non vi sono controindicazioni. In caso di prolasso della mitrale, in assenza di insufficienza e di alterazioni ECGgrafiche, vi è indicazione ad idoneità con controlli semestrali. Nell’ambito della cardiopatia ischemica i pazienti devono essere divisi in pazienti ad alto e basso rischio. Quelli ad alto rischio non possono essere idonei ad attività sportiva agonistica; in caso di basso rischio possono ottenere idoneità solo per sport di destrezza. L’intensità dello sforzo deve essere calibrata alle condizioni di base del paziente, in caso di disfunzione ventricolare sinistra la FC mantenuta tra il 50-70% della FC max solo per carichi naturali. In presenza di scompenso cardiaco vi è indicazione ad attività fisica individualizzata in ambiente protetto (Riabilitazione). I pazienti portatori di device aumentano sempre più. Nelle settimane successive all’impianto di PM o ICD evitare attività che possano arrecare danni ai cateteri appena impiantati. Negli atleti portatori di device è necessario valutare la cardiopatia sottostante, il tipo di sport praticato e le modalità di programmazione del dispositivo. Da evitare sport a rischio intrinseco e che prevedano movimenti ripetitivi dell’arto ipsilaterale all’impianto. Il COCIS 2017 concede l’idoneità in assenza di cardiopatie incompatibili con lo sport, per discipline agonistiche a basso-moderato impegno cardiovascolare. Per quanto riguarda l’idoneità alla guida, esistono affezioni che possono esporre il conducente o il candidato al rilascio o al rinnovo di una patente di guida a un’improvvisa menomazione del suo sistema cardiovascolare tanto da provocare una repentina alterazione delle funzioni cerebrali che costituiscono un pericolo per la sicurezza stradale. Tali malattie rappresentano un motivo per istituire restrizioni temporanee o permanenti alla guida. Bisogna distinguere due tipi di patenti: quelle ad uso privato e ad uso professionale; in quest’ultimo gruppo vi sono maggiori limitazioni. Dopo un impianto di PM o ICD, le patenti ad uso privato non hanno un divieto assoluto alla guida. In caso di aritmie minacciose o al rifiuto di impianto di ICD nelle patenti ad uso professionale vi è divieto assoluto e permanente alla guida. Dopo un evento ischemico acuto è prudente consigliare l’astensione dalla guida per quattro settimane per patenti ad uso privato e almeno sei settimane ad uso pubblico. In caso di angina stabile non vi sono controindicazioni alla guida se asintomatici. In caso di scompenso cardiaco non vi sono limitazioni in classe NYHA I-II; ovviamente vi è divieto assoluto per le Classi NHYA III-IV. Secondo il Codice della strada l’idoneità al rilascio o al rinnovo della patente di guida è di pertinenza dei Medici legali che possono avvalersi del consulto di un Cardiologo al fine di valutare in maniera adeguata le problematiche del paziente.