IL TIMING DELLE SCELTE NELLO SCOMPENSO CARDIACO AVANZATO: DALL’ ASSISTENZA VENTRICOLARE (VAD) ALLA PALLIAZIONE

Stefania Angela Di Fusco
Un simposio sullo scompenso cardiaco avanzato per una gestione del paziente con un approccio olistico

Il simposio dedicato allo scompenso cardiaco (SC) avanzato è un incontro scientifico rivolto al cardiologo clinico impegnato nell’assistenza del paziente in una fase di malattia in cui le armi a disposizioni del curante sembrano sempre insufficienti. Lo scompenso cardiaco avanzato è una condizione così complessa che, in accordo con le Linee Guida internazionali, per una corretta e completa definizione è necessario includere diversi criteri e prendere in considerazione non solo la sintomatologia (classe NYHA III/IV) ma anche una serie di parametri emodinamici ed il numero di ricoveri, in presenza di una terapia farmacologica/elettrica ottimizzata. Sebbene la ricerca clinica abbia dedicato numerosi lavori a questo argomento predire la prognosi nello SC avanzato rimane alquanto difficile. In genere l’aspettativa di vita a 1 – 2 anni è inferiore al 50%. In contesti particolari, in cui sia disponibile un programma di assistenza meccanica (ECMO o VAD) e/o trapianto cardiaco la sopravvivenza può essere significativamente maggiore. Il problema è che, allo stato attuale, sia il trapianto cardiaco che l’assistenza meccanica sono possibilità terapeutiche applicabili in un numero di casi estremamente limitato ed attentamente selezionati. L’assistenza ventricolare meccanica prevede l’utilizzo di dispositivi il cui scopo è quello di supportare il circolo sistemico e/o polmonare, pompando il sangue dal ventricolo insufficiente (destro, sinistro o entrambi) verso il circolo periferico. Ad oggi l’assistenza ventricolare meccanica rappresenta una valida opzione nei pazienti con insufficienza cardiaca refrattaria in attesa di trapianto cardiaco (trattamento ponte al trapianto) ma anche per quelli non candidabili al trapianto per età o comorbidità (terapia a tempo indefinito). Nel corso del simposio si farà luce sulle indicazioni all’utilizzo di questi dispositivi. È fondamentale un’individuazione tempestiva del paziente che potrebbe beneficiare di questi sistemi, prima che si sviluppi una condizione di danno d’organo irreversibile. Altro argomento cruciale che viene affrontato è la successiva gestione clinica dei pazienti portatori di VAD. Si tratta di un contesto estremamente particolare e delicato, in cui è necessario conoscere la strategia antitrombotica più adatta, nonché le misure necessarie per una profilassi antibiotica, ed i parametri clinico-strumentali da monitorare nel corso del follow-up. Tutti punti che verranno analizzati nel corso di questo simposio. Purtroppo per la grande maggioranza dei casi l’assistenza ventricolare meccanica, cosi come il trapianto, non rappresentano una soluzione applicabile nella pratica clinica, per cui nelle fasi avanzate dello scompenso, quando l’andamento è inesorabilmente involutivo ed i trattamenti farmacologici non sono più efficaci o tollerati, è necessario prendere in considerazione un approccio assistenziale palliativo. Il decorso spesso non prevedibile della malattia rende, però, difficile stabilire quando è il momento di considerare un approccio palliativo il cui scopo è principalmente alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita. Un approccio di questo tipo nelle fasi terminali consente di ridurre il numero di procedure interventistiche, la durata della degenza in reparti per acuti ed i costi ospedalieri. Al termine di questo simposio avremo familiarizzato con le possibilità ed i limiti dei dispositivi di assistenza meccanica ma anche con il mondo delle cure palliative.