La gestione dell’arresto cardiaco, a che punto siamo?

Danilo Puccio

L’arresto cardiaco extra-ospedaliero (OHCA) è un argomento di grande attualità per le sue notevoli ripercussioni cliniche, familiari, mediatiche e rappresenta uno dei principali problemi di sanità pubblica a livello non solo italiano ed europeo ma mondiale. Conoscere significa prevenire ed in questo ambito strumenti fondamentali di conoscenza sono rappresentati dai registri perché consentono di valutare dettagliatamente le caratteristiche epidemiologiche del fenomeno e le loro modificazioni, le percentuali di sopravvivenza ed i possibili modelli di trattamento. Lo studio dei registri nazionali ed internazionali esistenti dimostra come le maggiori criticità siano legate alla difformità e all’origine dei dati stessi, il che ne limita di fatto l’analisi e non consente la comprensione della reale storia della patologia. La Resuscitation Academy è un consorzio europeo il cui intento è diffondere nelle singole comunità nozioni basilari di gestione dell’arresto cardiaco in modo da migliorare l’intervento sul territorio e quindi la sopravvivenza. La diffusione della cultura della rianimazione cardiopolmonare è una necessità primaria e a tal fine vanno coinvolte tutte le istituzioni comprese le Forze dell’Ordine e la Scuola attraverso la realizzazione dei progetti PAD (Public Access Defibrillation), allo scopo di garantire il rapido accesso alla defibrillazione sul territorio. Focus di discussione è stata l’analisi della normativa attualmente vigente che limita l’utilizzo del DAE esclusivamente a personale laico in possesso di idonea formazione validata e verificata, il che costituisce tuttavia un vero e proprio limite alla possibilità di accedere ad una rapida defibrillazione, punto cruciale di tutta la catena della sopravvivenza.
Nel corso del Mini Simposio immediatamente successivo sono stati trattati aspetti più pragmatici dell’arresto cardiaco. Nell’ambito dell’ACLS, imprescindibile trait d’union tra BLS-D e post-arresto, si è parlato di ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation), metodica di grande importanza nei casi di arresto refrattario, non responsivo. Il posizionamento ed il mantenimento in sede dell’ECMO non è evidentemente scevro da complicanze anche gravi, tuttavia gli studi in ambito intra-ospedaliero così come quelli riguardanti l’OHCA hanno dimostrato un miglioramento della sopravvivenza e un buon out-come neurologico. Si è anche discusso di decision making in ambito di OHCA riportando le indicazioni delle attuali linee guida ed evidenziandone in particolar modo le criticità ed i numerosi punti di divergenza. Nel setting dell’arresto cardiaco si è poi parlato della POC-US (Ecografia point-of-care), metodica con grandi potenzialità perché eseguibile rapidamente ed in qualsiasi luogo dal medico dell’emergenza, in grado di aiutare nella comprensione della possibile eziologia dell’arresto, di valutare la presenza di attività contrattile discernendo anche i casi di pseudo-PEA, di guidare procedure terapeutiche d’urgenza e quindi metodica di grandissimo impatto nel percorso diagnostico e terapeutico del paziente in arresto. Ad oggi i limiti più grandi per una sua diffusione sono la necessità di una adeguata formazione e l’assenza di studi randomizzati di outcome.