La profezia dei maestri: quale innovazione cambierà il futuro della Cardiologia?

Annamaria Iorio
Innovazioni o rivoluzione?

Chi poteva aprire una sessione di innovazioni se non il nostro Presidente? Apre, infatti, il Dott. Michele Massimo Gulizia introducendo la sessione con un elogio al Prof. Francesco Romeo e al suo grande contributo alla cardiologia moderna; segue il Dott. Leonardo Bolognese che introduce il primo relatore. La profezia si apre, quindi, con il tema della prevenzione che il Dott. Carmine Riccio affronta mostrando i dati del “Progetto cuore” e, con un esauriente excursus, sottolinea come il traguardo della prevenzione cardiovascolare debba puntare verso una medicina “personalizzata” in grado di andare “oltre” il profilo di rischio tracciabile dai noti fattori di rischio cardiovascolari. Quali strumenti attualmente abbiamo? Molti, troppi, ancora poco integrati, ma in particolare veniva ricordato il ruolo della genetica, mostrando quelli che sono stati i notevoli risultati ottenuti da studi di popolazioni con le più innovative metodiche di genetica di associazione. E come si inserisce il patrimonio genetico nella variabilità di risposta al trattamento? Anche in questo contesto vengono ribaditi i privilegi che in futuro la genetica può fornire con studi di popolazioni e metodiche di Genome Wide Association. Quindi un futuro caratterizzato da profilo di rischio clinico e genetico! In quali campi agire, invece, per un programma di prevenzione innovativo efficace e fattibile nel prossimo futuro? Qui la risposta è immediata, bisognerà far di più per la gestione della prevenzione secondaria, con l’ottimizzazione dei target forniti dalle ultime evidenze. La sessione prosegue, e dalla prevenzione si passa allo scompenso cardiaco, e come perdere la profezia di una grande maestro come il Prof. Luigi Tavazzi? Con una interessante panoramica, dalle novità farmacologiche dello scompenso cardiaco fino alle più promettenti innovazioni future. Se la domanda che ponevamo al Maestro è come fare per apportare sviluppi a quella “torre di Babele” dello scompenso cardiaco, la risposta è la comprensione di meccanismi fisiopatologici causali comuni dello scompenso cardiaco. Se la domanda è, invece, quale tra i vari “campi” si prospetta più suscettibile di innovazioni, la risposta sembra essere lo scompenso a normale frazione di eiezione, intesa come malattia non solo cardiaca ma come “disfunzione cardiovascolare”, che di certo lascia ancora tante domande aperte. Anche nello scompenso cardiaco viene sottolineato il ruolo della genetica ricordando che, sebbene rappresenti un fattore fondamentale del futuro cardiologico, resta ancora poco agevole nella sua interpretazione ed integrazione con la pratica clinica quotidiana. E come verranno influenzate la nostra pratica clinica e la ricerca nel nostro prossimo futuro? A tal proposito, il maestro ricordava la “universalizzazione della medicina e della medicina osservazionale”, sottolineando i rischi/benefici che potrebbero derivare dall’utilizzo di registri e database informatizzati che andranno sempre di più a standardizzare la nostra cartella clinica. Come non coinvolgere la cardiologia interventista in questa panoramica di innovazioni? A fare da protagoniste delle innovazioni è stata l’interventistica nelle valvulopatie! Chiude la sessione il Prof. Paolo Guido Camici mostrando metodiche future di imaging con interessanti sviluppi rivolti all’identificazione della struttura di placca. Una cardiologia, quindi, che si troverà a fronteggiare un mondo ricco di informazioni ed innovazione, dove la relazione tra medico e paziente e integrazione di queste informazioni rimarrà lo snodo cruciale della cardiologia del futuro!