Convention Centri HF. Classificazione e organizzazione degli ambulatori dello scompenso cardiaco in Italia. Documento di consenso ANMCO-SIC.

Annachiara Aldrovandi

La Main Session della giornata finale del Congresso è interamente dedicata alla Convention dei Centri per la cura dello scompenso cardiaco. L’area ANMCO dello scompenso cardiaco ha svolto una intensa attività di censimento dell’attività nazionale e ha sviluppato un documento di consenso sull’organizzazione dei Centri dedicati allo scompenso, allo scopo di garantire maggiore uniformità ed efficienza delle cure. Il tema della sessione è la creazione di reti tra i centri territoriali ed ospedalieri, valorizzando le competenze e favorendo la comunicazione tra gli stessi. Nella prima parte, moderata dal presidente Dott. Michele Massimo Gulizia e dalla Dott.ssa Nadia Aspromonte, è stato approfondito l’aspetto conoscitivo dell’attività dei Centri dello scompenso. Anzitutto il Dott. Palmieri ha posto l’accento sull’importanza di identificare degli indicatori riproducibili per la valutazione della qualità delle cure fornite. A seguire la Dott.ssa Battistoni ha illustrato i risultati della survey condotta dall’Area Scompenso Cardiaco, rimarcando le diverse tipologie dei Centri (territoriali, ospedalieri con o senza UTIC, ospedalieri con interventistica e cardiochirurgia, fino ai centri trapianto) e la non omogenea distribuzione degli stessi. Il Dott. Iacoviello ha approfondito il tema dell’organizzazione della rete ambulatoriale, sottolineando come il modello debba essere flessibile, adattabile alle molteplici logistiche locali e in grado di farsi carico sia della fase acuta che cronica della malattia. L’offerta assistenziale per lo scompenso cardiaco avanzato è stato il tema della relazione del Dott. Mortara, raccomandando per i pazienti instabili l’inserimento tempestivo in un programma di cure avanzato presso i centri ove vi sia la possibilità di avviare la terapia con inotropi, fino alle opzioni interventistiche valvolari, al supporto meccanico e trapianto cardiaco laddove indicato. Tuttavia ad oggi mancano ancora spesso i link diretti di comunicazione tra i vari centri, con ripercussione sfavorevole sulla tempestività delle cure. Nella seconda parte, moderata dal Dott. Gianfranco Alunni e dal Dott. Andrea Di Lenarda, si sono susseguite le relazioni del Dott. Gabriele, del Dott. Navazio e della Dott.ssa Pini, che hanno approfondito gli aspetti organizzativi specifici e il ruolo all’interno della rete integrata rispettivamente dei Centri territoriali, dei Centri ospedalieri e delle unità di scompenso cardiaco avanzato. Il delicato tema del follow up dopo ricovero ospedaliero è stato trattato dal Dott. Di Tano, che si è soffermato sulla attivazione dei modelli di gestione post-ospedaliera integrando il ruolo del medico di medicina generale con lo specialista e sulla necessità di programmare controlli ambulatoriali a breve distanza dalla dimissione (7-15 gg) vista l’elevata frequenza di ri-ospedalizzazione a breve termine. Il Dott. Maggioni che ha illustrato i dati del Registro IN-HF nel periodo dal 1995 al 2012, evidenziando i trend di variazione delle strategie terapeutiche, quali il significativo incremento dei betabloccanti e un più limitato ma costante incremento degli impianti di ICD e CRT-D, a fronte della stabilità dell’utilizzo degli ACE inibitori. Si è inoltre osservata una progressiva riduzione della mortalità, mentre rimane alta la percentuale di ri-ospedalizzazioni, di cui circa il 50% per problematiche non cardiache, verosimilmente anche per l’elevata età media della popolazione. Tutto ciò a conferma della complessità gestionale dei pazienti con scompenso cardiaco. Al termine di questa intensa sessione il Dott. Caldarola ha approfondito alcuni scenari clinici specifici in cui la gestione multidisciplinare è imprescindibile per un intervento efficace, come la terapia con NAO nella fibrillazione atriale, le forme post-embolia polmonare, le tossicità da chemioterapici. Si è trattato di una intensa sessione, ricca di dati, di proposte e di spunti di riflessione per migliorare la nostra pratica clinica.