LA CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA STRUTTURALE DEL FUTURO

Stefania Angela Di Fusco

Con lo sviluppo di nuove tecnologie interventistiche percutanee la gestione del paziente cardiopatico complesso ha trovato nuove opzioni terapeutiche. La Main Session dedicata alla cardiologia interventistica strutturale del futuro è partita dallo stato dell’arte per volgere lo sguardo verso procedure sempre più avveniristiche. Il trattamento percutaneo dell’insufficienza mitralica funzionale è una delle procedure emergenti: sebbene allo stato attuale la terapia medica sia ancora il “gold-standard”, la disponibilità di procedure percutanee meno invasive rispetto alla chirurgia dà una risposta alla crescente popolazione di pazienti che non rispondono alla terapia medica e che, per l’elevato rischio operatorio, non sono gestibili con la chirurgia cardiaca.

Il futuro sono da un lato i dispositivi che, mimando l’anuloplastica chirurgica, riducano il diametro dell’anulus e quindi il rigurgito valvolare, dall’altro, ed è lo scenario più atteso, la sostituzione valvolare mitralica percutanea. Altro campo in via di sviluppo è la correzione dell’insufficienza della tricuspide per via percutanea in modo similare a quanto viene fatto per la mitrale e diversi tipi di device sono in corso di valutazione pre-clinica ma ad oggi, nonostante i risultati incoraggianti, nessuno ha ottenuto il marchio CE.

Anche i pacemaker, che sono stati impiantati a partire dagli anni ‘60, hanno avuto un continuo sviluppo fino ai pacemaker senza elettrocateteri che hanno aperto una nuova era nella stimolazione cardiaca. Attualmente l’unica modalità di stimolazione possibile per questo tipo di device è quella a camera singola VVIR, le future applicazioni di questa tecnologia condurrà a sviluppare pacemaker senza elettrocateteri in doppia camera o in associazione a SICD e/o CRT e questo certamente ne favorirà un’ampia diffusione.

Altra rilevante strategia terapeutica interventistica in espansione è la “valve in valve”, procedura destinata alle protesi biologiche disfunzionanti posizionate in sede aortica o mitralica con una maggiore esperienza di tale procedura in sede aortica. Come negli altri casi anche in questo fondamentale è la corretta selezione del paziente e la conoscenza delle caratteristiche della bioprotesi disfunzionante (tipo, dimensioni ed aspetto fluoroscopico), mente la decisione viene condivisa nell’ambito dell’heart team.

Frontiera che al momento appare invece ancora futuristica è la TAVI nell’insufficienza valvolare aortica: i casi riportati in letteratura sono aneddotici e per lo più con outcome meno favorevoli rispetto alla TAVI della stenosi valvolare aortica.