main session quello che le linee guida sullo scompenso non dicono

Danilo Puccio

Lo scopo delle Linee Guida è, per definizione, quello di indirizzare e supportare le nostre scelte cliniche, diagnostiche e terapeutiche, sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili al momento della loro stesura. Capita spesso, tuttavia, di trovarsi a dover prendere delle decisioni che sono solo in parte o per nulla suffragate da un’adeguata evidenza scientifica o dal consenso degli esperti.

Dalle ore 16.30 alle ore 18.30 di oggi venerdì 12 maggio, si terrà presso la Sala Anfiteatro la Main Session sulle criticità e sulle ombre delle più recenti Linee Guida Europee sulla diagnosi e il trattamento dello Scompenso Cardiaco acuto e cronico pubblicate nella seconda metà del 2016. In questa ultima release per la prima volta viene definita una classica “grey area” delle linee guida precedenti: lo scompenso cardiaco con frazione di eiezione compresa tra 40 e 49%, il cosiddetto scompenso cardiaco a funzione “mid range”, inteso, a differenza del passato, come entità nosologica a sé stante, non per la presenza di solide evidenze scientifiche relative ad un suo trattamento peculiare, bensì al fine di stimolare e finalizzare la ricerca sulla sua corretta epidemiologia, sulle caratteristiche fisiopatologiche e su specifici trattamenti tailored.

Verrà affrontato anche un altro aspetto molto delicato ed importante, quello inerente il rapporto tra lo scompenso cardiaco e le svariate comorbidità ad esso associabili sia cardiovascolari che non cardiovascolari. Anche in questo campo esistono parecchie zone d’ombra relative al fatto che specifiche tipologie di pazienti che ritroviamo nella nostra pratica clinica non corrispondono a quelle selezionate all’interno dei grandi trial di intervento, ad esempio il paziente molto anziano o quello molto giovane o il paziente con insufficienza renale di grado severo. Talora peraltro una particolare comorbidità può influenzare lo specifico approccio terapeutico al paziente scompensato, ma anche il trattamento stesso della comorbidità può di per sé peggiorare la patologia cardiaca di base.

Gli esperti successivamente ci mostreranno le ultime acquisizioni scientifiche riguardo la terapia dello scompenso cardiaco acuto e le migliori strategie per prevenire una sua recidiva precoce, con particolare attenzione alle forme refrattarie. Sarà discusso inoltre dell’ottimizzazione della terapia nel paziente con scompenso cardiaco cronico, cercando di eviscerare in particolare le cause e le possibili soluzioni dei casi dei “non responders” al trattamento medico basato sull’evidenza scientifica fin qui disponibile, mostrando anche le ultime acquisizioni provenienti dallo studio PARADIGM-HF. Infine gli esperti cercheranno di far luce su alcuni aspetti peculiari del trattamento non farmacologico dello scompenso cardiaco, in particolare quelli relativi all’impianto del defibrillatore per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa e alla terapia di resincronizzazione cardiaca, chiarendo gli aspetti propri delle indicazioni all’una o all’altra terapia o ad entrambe.

Date queste premesse, ci sono tutti i presupposti per non poter assolutamente mancare ad un tale appuntamento di aggiornamento scientifico.