Minimaster Gestione farmacologica dei pazienti con sindrome coronarica acuta e/o candidati alla rivascolarizzazione. Documento di consenso ANMCO – SIC – GISE – SICCH – SIMEU

Daniele Grosseto
"La gestione del paziente con Sindrome coronarica acuta. Una trattazione completa, degli aspetti gestionali, organizzativi, della più moderna terapia farmacologica, con uno sguardo critico alle evidenze scientifiche e un approccio pragmatico alla pratica clinica."

Il Minimaster ha affrontato in due sessioni, la gestione farmacologica del paziente con sindrome coronarica acuta o candidato a rivascolarizzazione miocardica, sulla base del Documento di Consenso che ANMCO – SIC – GISE – SICCH – SIMEU hanno condiviso. Il Documento ha affrontato in modo assolutamente pragmatico i vuoti, le criticità che le Linee Guida non risolvono e che rappresentano, aspetti non secondari della nostra pratica clinica. Nella prima sessione è stato trattato l’approccio clinico al pretrattamento farmacologico nei pazienti candidati a procedure di rivascolarizzazione miocardica. Alberto Menozzi ha illustrato il trattamento dei pazienti con STEMI, che conferma avere nella gestione ottimale della rete il suo punto di forza. Al di là di questo c’è un grande dibattito nella terapia upstream, che ancora rimane limitata alla inossidabile aspirina ed eparina sodica. Molte più evidenze invece per la terapia post angioplastica con l’utilizzo die nuovi antiaggreganti. Giuseppe Tarantini ha poi illustrato gli aspetti più importanti del trattamento del NSTEMI, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo downstream e upstream dei nuovi anticoagulanti. Purtroppo le evidenze cliniche sul corretto utilizzo del secondo antiaggregante sono scarse e per questo motivo dalla collaborazione tra Università di Padova e GISE, è da poco partito il trial DUBIUS, nel quale verranno randomizzati pazienti con NSTEMI a trattamento con Ticaglelor versus Prasugrel. Il trial completamente autofinanziato e non sponsorizzato, chiarirà finalmente un aspetto gestionale, importantissimo e ancora non chiarito. Il trattamento con doppio antiaggregante nel paziente con coronaropatia stabile e candidato a procedura elettiva, come ha illustrato Rodolfo Pino, non pone altrettanti problemi gestionali, poiché è ampiamente codificato l’utilizzo di clopidogrel, dopo aver escluso, ovviamente, l’indicazione al trattamento chirurgico. Rimangono ferme inoltre le indicazioni a trattare il paziente con statina ad alte dosi. Altro tema estremamente importante discusso nel corso del Minimaster è stata la prevenzione della nefropatia da mezzo di contrasto che rappresenta una complicanza non trascurabile delle procedure. Mauro Borzi ha spiegato come sia assolutamente fondamentale identificare correttamente il paziente a rischio CIN, istituire un adeguato trattamento che attualmente è ancora limitato al trattamento con fisiologica. Minime evidenze esistono riguardo l’utilizzo di statine, che comunque è opportuno proseguire. Per quanto invece riguarda i pazienti candidati ad intervento di By pass aorto coronarico è stato sottolineato da Antonietta Ledda, l’importanza di proseguire sempre la terapia con aspirina e statina, di sospendere il doppio antiaggregante nei giorni precedenti, a seconda della molecola utilizzata e infine sulla possibilità di poter eseguire una terapia bridge nei casi in cui la sospensione del doppio antiaggregante sia ad elevato rischio trombotico. La seconda sessione del Minimaster ha invece affrontato i percorsi clinici e la gestione del trattamento antitrombotico nelle SCA. Si è partiti dalla grande mole di dati che i registri e gli Studi ANMCO hanno raccolto negli ultimi 15 anni, mettendo a disposizione dei cardiologi italiani una serie di informazioni preziosissime. Sono state poi considerati i requisiti organizzativi con riferimento alla formazione e disponibilità del personale, agli assetti organizzativi interni al dipartimento e dei rapporti tra dipartimento e territorio. Su questo specifico argomento sono state analizzate il due diverse relazioni, sia l’organizzazione del percorso intraospedaliero che del percorso extraospedaliero. In questi due contesti sono stati valutati sia le componenti gestionali che gli aspetti più squisitamente pratici, clinici e di terapia farmacologica. Infine il corso ha evidenziato nella relazione finale la gestione del paziente trattato con strategia conservativa, una tipologia di paziente che rappresenta una quota non trascurabile di malati ricoverati con SCA e il cui trattamento medico deve essere eseguito con grande attenzione. In sintesi, un Minimaster veramente interessante e utile, non solo per il livello dell’apporto scientifico, ma anche per la ricaduta pratica e operativa degli argomenti trattati.