simposio lo scompenso cardiaco nel grande anziano

Valentina Mantovani
"Approccio multidisciplinare intraospedaliero e rete assistenziale domiciliare"

Lo scompenso cardiaco nel grande anziano rappresenta un problema sociale crescente. La complessità del quadro clinico e la fragilità del paziente richiede necessariamente un approccio diagnostico e terapeutico multidisciplinare e rappresenta una sfida per quanto riguarda l’ottimale gestione farmacologica e non farmacologica. Parallelamente alla gestione intraospedaliera, andrà costruita una rete assistenziale domiciliare per il mantenimento di uno stretto monitoraggio, proseguimento della terapia farmacologica/riabilitativa e gestione delle fasi terminali della malattia.

Lo scompenso cardiaco nel grande anziano rappresenta un vero e proprio problema di sanità pubblica la cui importanza è destinata a crescere conseguentemente all’invecchiamento della popolazione generale. Come è facile intuire il paziente anziano ricoverato per scompenso cardiaco ha una prognosi peggiore rispetto al paziente più giovane in termini di mortalità intraospedaliera e a breve e medio termine, inoltre vi è una frequenza maggiore di re-ospedalizzazioni che, da alcuni studi di registro, si è visto essere frequentemente secondarie a cause rimuovibili. Da ciò non deriva solo una scarsa qualità di vita di questi pazienti ma anche un notevole costo sociale. Il quadro clinico del paziente grande anziano con scompenso cardiaco è decisamente più complesso di quello del paziente adulto, infatti, agli aspetti specifici legati alla malattia, si associano quelli legati all’invecchiamento fisiologico e, molto spesso, comorbidità tra cui le più frequenti sono patologie polmonari, insufficienza renale e decadimento cognitivo. Data la complessità del quadro clinico risulta chiaro come l’approccio diagnostico e terapeutico non possa essere quello classico, totalmente incentrato sull’aspetto cardiologico in sé, ma richieda una gestione multidisciplinare. Il primo ostacolo in cui si imbatte il Cardiologo nella gestione dell’anziano con scompenso cardiaco è la difficoltà nell’utilizzo ottimale della terapia farmacologica che spesso viene limitato dalle comorbidità e dalla fragilità del paziente (es. insufficienza renale, ipotensione) inoltre, anche per quanto riguarda le opzioni terapeutiche non farmacologiche (chirurgiche o attinenti alla cardiologia interventistica), il potenziale beneficio della procedura dovrà essere soppesato con il rischio operatorio e l’aspettativa di vita al fine di valutarne l’opportunità. Di fondamentale importanza, infine, sarà la parte riabilitativa il cui accesso è molto spesso ostacolato da barriere socio-sanitarie. Questa, come il trattamento farmacologico, sarà iniziata durante il ricovero e dovrà essere continuata a domicilio portando perciò all’attenzione il tema della continuità assistenziale. Il mantenimento delle cure e del monitoraggio domiciliare nel paziente con scompenso cardiaco prevede la stretta interazione tra diverse figure (Cardiologo – Internista – MMG – Assistente Sociale – familiari) che rappresentano una rete sociale di supporto per l’ottimizzazione della gestione del paziente stesso. Tale rete diventa tanto più importante nelle fasi terminali dello scompenso quando dovrà essere preso in considerazione il tema delle cure palliative e il luogo dove eseguirle.