Approccio alla problematica dell’ipertensione polmonare

Sonia Lo Iacono

L’ultima Survey dell’ANMCO sulla ipertensione polmonare ha stimato una incidenza della patologia del 6 %. Le cause sono molto eterogenee e differiscono nelle diverse parti del mondo: nei paesi sviluppati, oltre alle forme idiopatiche, ci sono quelle secondarie a disfunzione del cuore sinistro, a patologie polmonari e a malattie del connettivo. La patologia è più frequente nelle donne ma ha una prognosi peggiore nell’uomo. L’Eco-Doppler con valutazione multiparametrica è una metodica importante perché consente di inquadrare in maniera non invasiva il paziente, tuttavia la diagnosi di certezza richiede il cateterismo destro. L’ecocardiogramma consente di ottenere una serie di parametri morfo-funzionali del ventricolo destro anche grazie alle metodiche 3D ed allo speckle tracking, tuttavia attualmente non è disponibile un singolo parametro ecocardiografico che correli con il cateterismo destro. La terapia dell’ipertensione polmonare non può prescindere dalla definizione della sua eziopatogenesi perché le diverse forme di ipertensione polmonare rispondono a diverse terapie, d’altra parte in questa patologia i sintomi sono tardivi e pertanto è tardiva la diagnosi e più limitata l’efficacia delle cure. La terapia dell’ipertensione polmonare del I gruppo ha come target il rimodellamento ostruttivo delle arteriole polmonari e prevede una duplice terapia sequenziale che ha lo scopo di riportare i pazienti a rischio intermedio nel basso rischio mentre quelli ad alto rischio necessitano di una triplice terapia. La monoterapia è da riservare ai pazienti a basso rischio come quelli con forme poto-polmonari e da HIV.
Nei casi di ipertensione polmonare secondaria ad embolia polmonare massiva la trombo-arterectomia si configura come trattamento che consente di ottenere ottimi risultati in centri ad elevata expertise tanto che la procedura è oggi eseguita anche su patologia distale ed in pazienti anziani o compromessi.