Cardiologia digitale: dai big data alla medicina di precisione

di Giovanna Di Giannuario
I Big data rappresentano una sfida del presente e del futuro per migliorare la medicina in termini di prevenzione, epidemiologia e terapia, portando ad una cardiologia sempre più personalizzata.

Il dottor Alessandro Navazio ed il dottor Roberto Tumbarello hanno moderato un’interessante sessione sul mondo dei Big data. Ha aperto il Mini Simposio il Dottor Aldo Maggioni, che ha illustrato le nuove prospettive europee. L’EMA ha proposto infatti di creare uno spazio di Big data europeo per la ricerca e la pianificazione sanitaria, ha creato un documento per iniziare dei registri di dati reali, ed alcune iniziative come “Darwin EU” per fare ricerca, in linea con lo stile americano. Ha portato poi degli esempi pratici di bias della ricerca: come primo esempio pratico nei pazienti con scompenso, dai registri del mondo reale emerge che solo ¼ di questi pazienti viene ricoverato in cardiologia, quindi in futuro si dovrà coinvolgere la medicina e la geriatria per avere dati reali e numerosi, inoltre circa il 50% avrà un nuovo ricovero e non verrà ricoverato in cardiologia, quindi potrebbero sfuggire dei dati. Il secondo esempio riguarda l’uso dei DOAC che inizialmente faceva paura per i costi elevati; in realtà si è visto con i Big data che è incrementato negli anni senza aumentare le spese sanitarie. L’“Euro Heart” è un progetto per raccogliere dei Big data in continuità tra diversi paesi, per migliorare la qualità di cura attraverso dei registri della popolazione reale, mettendo a disposizione anche piattaforme computerizzate.

L’altra iniziativa della Società Europea di Cardiologia si chiama B4B e tende a mettere insieme dati su patologie, dati elettronici e genomizzazione, imaging e biomarker per far lavorare delle intelligenze artificiali e per identificare specifici trattamenti personalizzati.

I Big data saranno utili per la pianificazione sanitaria, per avere dati epidemiologici affidabili, per migliorare le cure e per identificare profili clinici.

Il dottor Gandolfo Miserendino ci ha spiegato il Fascicolo Sanitario (FS) che è un insieme di dati e documenti digitali che riguardano l’intera storia clinica di un soggetto. Garantendo la privacy è facilmente accessibile, riduce la burocratizzazione, velocizza le interazioni cliniche. Il FS è fondamentale per uno specialista che esegue una consulenza per avere un quadro clinico completo, il paziente può per legge oscurare delle informazioni che non voglia far vedere e contiene: referti radiologici, ricoveri, esami, farmaci, piani terapeutici, vaccinazioni, screening ed autocertificazioni. Si possono delegare delle persone per la visualizzazione dei documenti nel FS, ma sicuramente vi devono essere delle notifiche se un professionista consulta il mio fascicolo. Dopo il decreto legge DL 34 del 2020, poi modificato 17-77, registrando il consenso del paziente, un professionista può accedere al fascicolo sanitario del paziente. In Emilia Romagna, ad esempio, ogni cittadino ha il suo fascicolo sanitario elettronico.

Il dottor Andrea Di Lenarda ci parla di data base ospedalieri e territoriali, le cui informazioni servono per migliorare gli strumenti clinici, diagnostici e terapeutici. I dati sono sia amministrativi che ospedalieri e possono essere anche farmaceutici e territoriali.

Integrando i dati delle SDO ospedaliere con quelli delle cartelle ospedaliere e territoriali (ad esempio Eco) per analizzare le comorbidità ad esempio nei pazienti con scompenso cardiaco migliora la fenotipizzazione dei pazienti e la gestione terapeutica.

Fondamentale l’interazione tra i database ospedalieri e territoriali sia nelle patologie come scompenso, FA ma anche per la prevenzione cardiovascolare, per la aderenza alla terapia farmacologica e migliorare la caratterizzazione dei pazienti.

Il problema della qualità del dato che andiamo ad estrarre dal fascicolo sanitario ad esempio è rappresentato dai referti a mano libera, ovviamente il passaggio all’utilizzo dei dati elettronici ai Big data analizzati con intelligenza artificiale è difficile, potrebbe farci passare da una sanità di attesa ad una sanità di iniziativa.

Il Dottor Domenico Gabrielli ha parlato del problema della strategia sanitaria nel terzo millennio nella gestione dei dati. La sanità ha bisogno di elaborare dati di alto livello di complessità, non strutturata da gestire con alta velocità. La sanità oggi ha una quantità di dati immensa ma che deriva da tante fonti differenziate che non sono controllate dai sanitari, non solo la cartella clinica, e che non sono strutturati per essere considerati Big data.

Tanti dati in termini di quantità non possono essere considerati Big data, che sono caratterizzati da velocità, varietà, volume e valore (veridicità).

Ad esempio il fascicolo sanitario elettronico è nel sistema Docs nei documenti sanitari, che hanno una bassa velocità e volume e sono poco strutturati.

Si deve iniziare a pensare ai dati in un modo nuovo rispetto alla vecchia cartella, dobbiamo elaborare un cambiamento del modello organizzativo. Sicuramente man mano che aumenta la complessità dei nostri dati aumenta la necessità di avere degli strumenti di analisi più complessi.

Un altro problema fondamentale è la necessità della tracciabilità dei pazienti nel percorso assistenziale, tra aziende sanitarie diverse, tra regioni diverse, uscendo dal modello di monade assoluta, interagendo tra strutture diverse per effettuare un percorso terapeutico e di follow-up efficace per il paziente.

Sono in produzione documenti nazionali per la teleriabilitazione, la teleassistenza, il telemonitoraggio sia cardiovascolare che polmonare e la telecertificazione. Esistono 19 società di telecardiologia ed è in costruzione la telepneumologia. La telecertificazione è un campo multidisciplinare molto difficile che necessita di un lavoro molto complesso.

Stanno lavorando a livello ministeriale anche per creare una carta di accessibilità ai servizi sia sanitari che sociali per tutti i soggetti in programma per il 2022.

Una sessione interessante che apre uno scenario sul futuro della sanità che sarà caratterizzato da molti dati con caratteristiche diverse e con una gestione complessa.

Giovanna Di Giuannuario ANMCO
Giovanna Di Giannuario