Convention delle Unità Scompenso Cardiaco: il percorso clinico/diagnostico/terapeutico del paziente con scompenso acuto dal domicilio alla dimissione PS/DEA

Giulia Russo

La riunione organizzata dall’Area Scompenso Cardiaco ha avuto come tematica centrale la complessa problematica della gestione del paziente con scompenso acuto, dal domicilio all’accesso in PS/DEA fino alla dimissione ospedaliera. La Convention è stata anche la sede della presentazione in anteprima del documento intersocietario sul trattamento dello scompenso acuto. Sono stati analizzati i dati del real life dei pazienti che accedono in PS con scompenso acuto che mostrano come i pazienti siano in maggioranza donne ed anziani con molteplici comorbidità, fragili e prevalentemente affetti da uno scompenso “decompensated”. Dalla letteratura è noto che questa tipologia di pazienti ha una mortalità ed un rischio di re-ospedalizzazione maggiore nel primo anno dalla dimissione, periodo che rappresenta la fase più critica. Nella fase pre-ospedaliera gioca un ruolo essenziale il Medico di Medicina Generale che ha il compito di valutare i sintomi e la loro severità e che, anche sulla base della sua peculiare conoscenza degli aspetti familiari e socio-sanitari del singolo paziente, può decidere di tentare una gestione domiciliare dello scompenso o al contrario procedere verso una più rapida ospedalizzazione. L’inizio del trattamento dello scompenso a domicilio o durante il trasporto riduce i tempi di degenza ed i segni di congestione polmonare anche se non modifica gli outcome di mortalità e re-ospedalizzazione. La gestione in PS/DEA rappresenta un momento cruciale per il paziente, i tempi e le modalità di intervento sono differenziate in base alla severità della presentazione clinica ed in alcune Regioni i codici del triage sono passati da una scala a colori (rosso, giallo, verde, bianco) ad una scala numerica (da 1 a 5). In caso di accesso in PS/DEA di un paziente in condizioni critiche la gestione dello stesso è dettata da precisi percorsi che derivano da specifiche linee guida: è il caso del paziente con distress respiratorio o in arresto cardiocircolatorio, del paziente con SCA o in shock cardiogeno o a presentazione aritmica. Se il percorso del paziente critico è ben delineato, lo sforzo del nuovo Documento, ed il suo merito, è di aver cercato di creare delle basi per la gestione del paziente con scompenso acuto ma non in condizioni critiche in cui lo sforzo deve anche essere quello di una corretta stratificazione per identificare i pazienti ad alto rischio, che vanno ospedalizzati, dai pazienti a basso rischio, che possono essere gestiti in osservazione breve o direttamente al domicilio. In tutti i casi si è sottolineata l’importanza della presa in carico sul territorio da parte degli ambulatori dello scompenso. Il Documento inter-societario dell’Area Scompenso Cardiaco può divenire la base per la creazione di specifici PDTA nelle singole realtà ospedaliere.