Cosa proporre ai pazienti con HFrEF

Stefania Angela Di Fusco

Quali le opzioni terapeutiche più adatte per il mio paziente con HFrEF? È a questa domanda che ha voluto rispondere il Minimaster dedicato allo scompenso cardiaco che si è svolto nella giornata di apertura del Congresso Nazionale ANMCO 2018. Nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito a significativi progressi nella terapia dello scompenso cardiaco sia in campo farmacologico che in campo interventistico con conseguente miglioramento della prognosi soprattutto nei pazienti con scompenso cardiaco con funzione ventricolare sinistra ridotta (HFrEF). Il Minimaster, suddiviso in due sessioni, la prima dedicata alla terapia farmacologica ed elettrica e moderata dal Dottor Gregori e dal Dottor Valle, e la seconda dedicata alla terapia interventistica coronarica e non coronarica, con la moderazione del Dottor Pugliese e del Dottor Misuraca, ha posto l’attenzione su gli aspetti più innovativi della gestione terapeutica proprio dei pazienti con HFrEF. Sulla base di diverse evidenze scientifiche che hanno dimostrato il miglioramento della prognosi associato alla terapia marziale, tra i nuovi target terapeutici individuati dalle più recenti linee guida internazionali è inclusa l’anemia sideropenica. Altra importante novità a disposizione da pochi anni nell’ambito dell’armamentario farmacologico destinato al paziente con HFrEF sono gli ARNI. Nonostante la recente introduzione di questa classe di farmaci nella pratica clinica, è sotto gli occhi di tutti il loro progressivo crescente impiego ma anche in questo caso è fondamentale una corretta selezione del paziente candidabile al trattamento ed il Minimaster è stato l’occasione per approfondire alcuni punti chiave sull’utilizzo di queste molecole. E’ stato poi affrontato un argomento oggetto di controverso dibattito scientifico da diversi anni quale il trattamento intermittente con inotropi ed anche per questa strategia terapeutica è stata sottolineata l’importanza dell’identificazione del paziente che veramente si può giovare di tale trattamento illustrandone i possibili benefici. Nell’ambito della terapia non farmacologica sono stati analizzati gli enormi risultati favorevoli, in termini di riduzione della mortalità, ottenuti dall’utilizzo di ICD e dalla terapia elettrica resincronizzante quando questa venga utilizzata in pazienti correttamente selezionati. Passando poi alle possibilità terapeutiche offerte dalla chirurgia e dall’interventistica in sala di emodinamica nel corso del Minimaster sono state presentate le tecniche più avanzate che si stanno sviluppando per la correzione dell’insufficienza mitralica funzionale. Altro vasto capitolo esaminato è stato la rivascolarizzazione coronarica facendo il punto su indicazioni e limiti di questa opzione terapeutica nella delicata popolazione di pazienti affetti da HFrEF. A seguire sono stati illustrate le possibili strategie terapeutiche in caso di fibrillazione atriale associata a scompenso cardiaco, dall’isolamento delle vene polmonari alla strategia ablate and pacing. L’ultima relazione è stata dedicata al supporto meccanico nel paziente con scompenso cardiaco avanzato, opzione terapeutica offerta ad una popolazione di pazienti ancora troppo ristretta, e che se effettuata nella tempistica appropriata è in grado di modificare la storia clinica del paziente. Complessivamente il Minimaster ha fatto luce sulle terapie più innovative attualmente disponibili o in corso di sviluppo che hanno la potenzialità di impattare significativamente sulla prognosi nei pazienti con HFrEF, suscitando un vivace dibattito nell’uditorio.