CUORE DI DONNA: LA CARDIOLOGIA DI FRONTE ALLE SFIDE DELLA MEDICINA DI GENERE

Giovanna Di Giannuario

Nella cornice della Sala Anfiteatro si è svolta la Main Session sulla medicina di genere.

Hanno relazionato sul tema del cuore della donna e della medicina di genere la Dott.ssa G. Geraci, la Dott.ssa R. Rossini, la Prof.ssa T. Mazzei e la Dott.ssa D. Pavan, moderate dalla Dott.ssa N. Aspromonte e la Dott.ssa I. Parrini.

Si evince come per anni abbiamo utilizzato come marcatori di rischio solo i fattori analizzati su una popolazione prevalentemente maschile, oggi esistono nuovi fattori di rischio prevalenti nella popolazione di sesso femminile che non possono essere più ignorati.

La cardiopatia ischemica ed in particolare lo STEMI hanno una mortalità doppia nel sesso femminile rispetto agli uomini, in particolare alle donne è stata negata negli anni lo stesso acceso alla diagnosi e alla cura rispetto al sesso maschile, spesso a causa di copatologie multiple quali osteoporosi, depressione, fibromialgia che mimano una sintomatologia simil anginosa.

È noto inoltre dagli studi scientifici che nella popolazione femminile vi è una incidenza maggiore di differenti forme di coronorapatia, non solo quella classica arterosclerotica, ma si deve pensare alle dissezioni coronariche e alla malattia del microcircolo (sindrome X), alla sindrome di Tako Tzubo e ad una differente anatomia delle coronarie spesso piccole e tortuose.

È emersa non solo una diversità delle donne sia nel profilo di rischio cardiovascolare, ma anche nella soglia del dolore anginoso motivo per cui spesso le donne con cardiopatia ischemica vengono trattate meno, etichettate come ansiose ed arrivano tardi al trattamento adeguato, a tale scopo è stato citato l’esempio di una donna che si reca in pronto soccorso con epigastralgia da alcuni giorni e che in realtà aveva avuto un brutto infarto subacuto poi evoluto in rottura di cuore.

Nelle relazioni è stato sottolineato come tutti gli studi sperimentali farmacologici siano targhettati generalmente su un paziente di sesso maschile e con peso medio di 70 kg, gli stessi dosaggi poi vengono usati nei corpi femminili che spesso hanno superfici corporee e metabolismi diversi.

Le nuove Linee Guida prevendono nei punti chiave anche un trattamento con doppia antiaggregazione (cardioaspirina e clopidogrel) nella malattia da dissezione coronarica che si sia manifestata come sindrome coronarica acuta ma rimane ancora dibattuta la sua durata.

Nella seconda parte della sessione si è parlato di medicina di genere intesa come ruolo delle Donne Medico in cardiologia, delle opportunità di lavoro e delle difficoltà che esse incontrano nel mondo ospedaliero rispetto ai colleghi di sesso maschile.

I dati purtroppo parlano chiaro, nell’ambito della cardiologia ospedaliera esistono notevoli differenze tra uomo e donna, Gender Gap, basti pensare che solo il 17% dei direttori di Unità Complessa è di sesso femminile. Molto spesso le donne devono rinunciare o ridimensionare il percorso di carriera per avere figli e curare la famiglia. Le donne inoltre sottovalutano frequentemente le proprie capacità, sono impegnate su più fronti e molte vivono la maternità in ambito lavorativo come un vincolo e non come una opportunità. La stessa femminilità spesso viene strumentalizzata in ambito lavorativo come fragilità. Soluzioni possibili esistono e potrebbero essere messe in atto ad esempio: la scelta di altre donne come mentori, le quote rosa e la formazione negli ambienti di lavoro a donne e uomini. Proprio sulla formazione ha puntato al FNOMCEO istituendo corsi formativi in tutta Italia e master dedicati alla medicina di genere.

L’ANMCO si è fatta portavoce proprio in questo 51esimo Congresso della medicina di genere sia come attenzione al mondo femminile delle pazienti che delle donne cardiologo, istituendo delle sessioni dedicate ed avendo proprio la medicina di genere come tema principale di tutto l’evento.

 

 

Giovanna Di Giannuario