Gli studi clinici ANMCO

Annachiara Aldrovandi

Nella giornata conclusiva del Congresso sono stati presentati gli studi clinici dell’ANMCO, espressione dell’intensa attività scientifica svolta dalla Associazione. Il Dott. Aldo Pietro Maggioni ha illustrato i dati degli studi internazionali di prevenzione secondaria COMPASS e REVEAL. Lo Studio COMPASS ha dimostrato nei pazienti con malattia aterosclerotica vascolare stabile l’efficacia di una terapia di associazione rivaroxaban e ASA rispetto alla sola ASA nella riduzione di eventi cardiovascolari maggiori (RR -24%) e di mortalità (RR -20%), in particolare il beneficio assoluto è particolarmente rilevante nei pazienti con concomitante scompenso cardiaco, visto il rischio elevato di questi pazienti. Lo Studio REVEAL ha invece testato l’utilizzo di anacetrapib, un inibitore di CETP, che ha determinato una lieve riduzione dei MACE (9%) ad un follow up di oltre 2 anni, risultato verosimilmente secondario più alla riduzione dei valori di LDL che all’incremento di HDL. Il Dott. Roberto Cemin ha presentato i dati preliminari dello Studio osservazionale BLITZ-AF, in cui sono stati arruolati 2.343 pazienti con fibrillazione atriale da 157 centri con follow up di 1 anno. Un dato significativo è stata l’elevata mortalità registrata al follow up, pari al 9.2%, prevalentemente secondaria a scompenso cardiaco. Viceversa gli eventi tromboembolici ed emorragici sono stati infrequenti, a testimonianza dell’elevata attenzione nell’attuazione e gestione della terapia anticoagulante orale, che è assunta dall’ 83% dei pazienti con un sorpasso dei NOAC sul warfarin (46% vs 37%). Il Dott. Michele Gulizia ha presentato i dati del BLITZ HF, studio osservazionale multicentrico in cui sono stati arruolati 4.244 pazienti da 152 centri. Lo studio prevedeva due fasi di arruolamento di pazienti affetti da scompenso cardiaco acuto e cronico, intervallate da uno specifico intervento educazionale web-based, al fine di valutare l’aderenza alle raccomandazioni delle linee guida. Dall’analisi preliminare dei dati è emerso che una significativa percentuale di pazienti (57%) è trattato con politerapia così come raccomandato dalle linee guida europee (beta bloccanti + ACEI/sartani/ARNI + antialdosteronico), tra la 1° e la 2° fase di arruolamento si è registrato un raddoppio nella prescrizione di ARNI, mentre rimane poco utilizzato il dosaggio di marcatori quali il BNP. Un altro dato interessante evidenziato è stata la maggiore attenzione riservata alle comorbidità, quali BPCO e carenza marziale, che sono state indagate in una maggior percentuale dei casi. Infine il Dott. Leonardo De Luca ha presentato i dati del Registro Eyeshot POST-MI su 1.633 pazienti con cardiopatia ischemica post-infartuale arruolati dopo almeno 12 mesi dall’evento indice e fino a 36 mesi. L’analisi ha evidenziato una buona aderenza alle linee guida per quanto riguarda il trattamento con statine, beta-bloccanti e bloccanti del RAA. Per quanto riguarda la terapia antiaggregante, emerge che una percentuale significativa di pazienti prosegue la duplice terapia (40% dei pazienti tra 1 e 2 anni dall’infarto e nel 24% oltre i 2 anni) e che la scelta di proseguimento della DAPT è guidata prevalentemente dalle caratteristiche procedurali (come ad esempio il numero di stent impianti) più che dai fattori clinici.