Il futuro dell’ablazione della fibrillazione atriale tra Linee Guida e Trial Clinici

di Gemma Filice

L’ablazione della fibrillazione atriale riveste da sempre un grande interesse. Quali sono i nuovi scenari aperti dalle Linee Guida? Quali le novità prospettate dagli ultimi trial clinici? Come identificare i pazienti eleggibili al trattamento? Quali sono stati i progressi in termini di efficacia e sicurezza della procedura?

In questo simposio sono stati affrontati e discussi questi e altri aspetti legati ad una metodica volta al trattamento dell’aritmia più diffusa nella popolazione generale associata ad un aumento del rischio di comorbilità e morte precoce.

Il Dott. Raimondo Calvanese ha introdotto le novità contenute nelle Linee Guida ESC 2020. Negli ultimi 20 anni la procedura è stata perfezionata permettendo di raggiungere delle percentuali di remissione dell’aritmia più alte e di ridurre le complicanze. Un fattore di grande importanza è stata l’identificazione dell’isolamento delle vene polmonari come target della ablazione. A fronte dei significativi progressi ottenuti le Linee Guida la considerano una terapia di prima linea in casi selezionati. È stata inoltre sottolineata l’importanza della correzione di fattori di rischio quali l’obesità nei pazienti con fibrillazione atriale.

Successivamente il Dott. Sakis Themistoclakis ha presentato lo studio EAST-AFNET 4. Lo studio ha evidenziato che una terapia precoce per il controllo del ritmo si associava ad un rischio minore di eventi cardiovascolari rispetto al controllo della frequenza. I pazienti arruolati dovevano avere almeno un altro fattore di rischio cardiovascolare e l’aritmia doveva essere stata diagnosticata da meno di 12 mesi.

Il Dott. Gianluca Zingarini ha invece trattato l’evoluzione della metodica negli anni e lo sviluppo delle nuove tecnologie interventistiche.

Sono state esaminate le diverse strategie ablative tra cui: isolamento elettrico delle vene polmonari, linee aggiuntive, CAFEs, rotori, plesso gangliale, isolamento auricola sinistra. Dalle evidenze scientifiche emerge che l’isolamento elettrico completo delle vene polmonari è la strategia di scelta.

L’ablazione dei non PVI triggers può essere una strategia operativa ragionevole in alcuni casi particolari come in presenza di una cicatrice atriale estesa, di disfunzione ventricolare sinistra, protesi valvolari, obesità, fibrillazione atriale persistente.

Il Prof. Antonio Dello Russo ha trattato l’approccio ibrido – chirurgico e transcatetere alla luce dei progressi tecnici.

Nei pazienti con atrio normale l’ablazione della fibrillazione atriale è una strategia sicura ed efficace. Nella fibrillazione atriale persistente nonostante l’isolamento elettrico completo delle vene polmonari sia fondamentale è necessario prendere in considerazione anche la modifica del substrato ed i meccanismi che sostengono l’aritmia.

È stato discusso l’utilizzo dei nuovi elettrocateteri con sensori di contatto. L’utilizzo della tecnologia catheter tip tissue contact force riduce la prevalenza della “dormant conduction”, infatti riveste una grande importanza nel determinare le dimensioni finali della lesione e della sua transmuralità.

È stata inoltre sottolineata l’importanza della collaborazione con il cardiochirurgo in caso di indicazione all’intervento.

Infine, è stata trattata la tematica della gestione della terapia anticoagulante ed antiaritmica.

Gemma Filice