La gestione economica della Cardiologia Invasiva

Danilo Puccio

Quando si sente parlare di “gestione economica” o più genericamente di “economia” è pensiero comune che si verrà irrimediabilmente catapultati in un mondo incomprensibile ai più, costruito di soli numeri, stime e percentuali. Diversa è stata l’opinione di coloro che, numerosi, hanno seguito con grande interesse la main session tenutasi nel pomeriggio in Sala Anfiteatro sulla gestione economica della cardiologia invasiva. Il Dott. Ricci ha inizialmente illustrato quale sia il giusto approccio per quantificare il reale valore aggiunto delle nuove tecnologie invasive, partendo innanzitutto dalle esigenze di cura del paziente, per poi valutare l’evidenza clinica di ogni nuova tecnologia, nonché le indicazioni delle linee guide relative all’appropriatezza del suo utilizzo ed infine il suo impatto economico tramite la valutazione del NNT, del costo e dell’analisi cost-effectiveness. Il Dott. Gensini ha poi sapientemente esposto la necessità sempre maggiore di personalizzare i singoli trattamenti specie quelli invasivi, secondo quella che viene definita medicina di precisione con ovvie ripercussioni positive in termini di razionalizzazione delle risorse disponibili e di politiche di contenimento della spesa. Il Dott. Di Lenarda ha proseguito illustrando come un sensibile abbattimento dei costi sia ottenibile ricorrendo in modo sempre più estensivo alla telecardiologia e al monitoraggio remoto dei devices.  Attualmente circa un quarto dei costi totali soprattutto quelli legati alle ospedalizzazioni evitabili, si potrebbero evitare con trasmissione di informazioni mediche a distanza in grado di permettere interventi che precedano il peggioramento e la conseguente ospedalizzazione. La telecardiologia risulta efficace se si trova all’interno di un sistema che riesca a raccogliere e gestire la considerevole mole di dati trasmessi. Il paziente che ha il miglior beneficio da tale approccio è il paziente avanzato, ma non terminale, prevalentemente nella sua fase più vulnerabile (i primi 3 mesi dopo l’ospedalizzazione). Il Dott. Scherillo ha passato in rassegna le principali procedure interventistiche strutturali (TAVI, MitraClip, chiusura di PFO e di Auricola sn) illustrando la loro crescita progressiva nel nostro paese e la loro influenza nella gestione economica ospedaliera, sottolineando altresì la necessità di una stretta collaborazione tra le autorità regolatorie, l’Assobiomedica e le Società Scientifiche di settore. Più tecnici sono stati infine gli interventi della Dott.ssa Marletta, Direttore Generale della Direzione Generale dei Dispositivi Medici del Ministero della salute e della Dott.ssa Gellona, Direttore Generale di Assobiomedica, che hanno trattato più specificatamente temi di farmaco-economia e presentato modelli di procedure di acquisto sia in ambito nazionale che europeo, sottolineando come la qualità e l’innovazione tecnologica debbano sempre prevalere rispetto al costo dei dispositivi.