Lettura del Prof. Gianfranco Sinagra: TRATTAMENTO PERCUTANEO DELL’INSUFFICIENZA MITRALICA NEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO: INDICAZIONI E FOLLOW-UP

Sonia Lo Iacono

L’insufficienza mitralica funzionale è una valvulopatia secondaria complessa alla cui eziopatogenesi partecipano l’interazione dei lembi valvolari, l’anulus e la camera ventricolare sinistra la cui dilatazione comporta diastasi dei muscoli papillari con mancata coaptazione dei lembi e conseguente insufficienza, quadro che viene ulteriormente peggiorato dalla presenza di dissincronia.

Considerando che più severa è l’insufficienza peggiore è l’outcome dei pazienti è evidente come sia fondamentale adottare tempestivamente tutti quei provvedimenti, in primis farmacologici o di resincronizzazione cardiaca, che diminuiscono l’entità della insufficienza per poi giungere al trattamento chirurgico o percutaneo della valvulopatia. Le Linee Guida ESC individuano come trattamento di prima scelta della insufficienza mitralica funzionale quello chirurgico, mentre l’indicazione al trattamento percutaneo è posta qualora la chirurgia sia controindicata.

Il trattamento percutaneo con Mitral Clip si è dimostrato una procedura sicura che consente il miglioramento della qualità di vita del paziente riducendone le ospedalizzazioni, tuttavia non si è dimostrata in grado di ridurre la mortalità ed anzi l’insuccesso in acuto della procedura la aumenta.

Vi sono dati discordanti sul reverse remodelling: dopo la procedura la persistenza di BNP elevato, la disfunzione diastolica e l’ipertensione polmonare sono predittori di insufficienza residua. Per il successo della procedura è ovviamente fondamentale selezionare correttamente il paziente tenendo in dovuta considerazione parametri riguardanti sia la valvola che la camera ventricolare, pertanto nella indicazione al trattamento percutaneo deve essere considerato di sottoporre il paziente ad un’eco-dobutamina per valutare la riserva della camera ventricolare sinistra.