Lettura magistrale: monitoraggio remoto nell’insufficienza cardiaca

di Giovanni Amedeo Tavecchia
Investire sul monitoraggio remoto significa investire sulla vita dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca.

Motivo ispiratore del congresso ANMCO 2021 è rappresentato dalla cardiologia digitale. In questo senso, la lettura magistrale del Professor Nestor Alejandro Barbagelata è apparsa in perfetta sintonia con il filo conduttore del congresso. Il Professore ha presentato un’interessante relazione riguardo il monitoraggio remoto nel paziente affetto da insufficienza cardiaca. Nonostante i progressi compiuti in campo farmacologico ed interventistico, il tasso di ospedalizzazione dei pazienti affetti da scompenso cardiaco rimane estremamente elevato. Questo rappresenta un problema rilevante poiché il numero di ospedalizzazioni correla con la mortalità e, inoltre, le ospedalizzazioni impattano in maniera considerevole sulla spesa sanitaria. Da qui la necessità di riuscire a cogliere il paziente in una fase pre-sintomatica in cui, andando ad agire sulla terapia farmacologica, si possa arrestare la progressione verso una vera e propria riacutizzazione di insufficienza cardiaca necessitante ricovero. Per raggiungere questo obiettivo bisogna necessariamente investire sul monitoraggio remoto. Il remote monitoring può essere attuato con diversi strumenti. La valutazione più “semplice” si basa sulla misurazione domiciliare dei parametri vitali (peso corporeo, frequenza cardiaca, saturazione, pressione arteriosa ecc). In secondo luogo, grazie all’utilizzo dei moderni device impiantabili (ICD, CRT-D), è possibile stimare il grado di congestione valutando le variazioni di impedenza corporea. Infine, la metodica più avanzata di monitoraggio remoto, si basa sull’utilizzo di sensori impiantabili a livello del circolo polmonare che forniscono una misurazione diretta dell’emodinamica polmonare. Tutte queste informazioni, trasmesse al clinico, consentono di attuare modifiche terapeutiche nella fase pre-sintomatica dello scompenso cardiaco e di limitare così il tasso di ospedalizzazione. Il Professore ha presentato un’ampia panoramica dei vari trial eseguiti in questo ambito, partendo dal Tele-HF fino ad arrivare al più recente TIM-HF2 pubblicato su Lancet nel 2018 che ha documentato una riduzione delle ospedalizzazioni e della mortalità in pazienti affetti da scompenso cardiaco randomizzati al monitoraggio remoto. Infine, è stato rimarcato come la valutazione dei parametri trasmessi debba necessariamente essere associata ad una conoscenza clinica complessiva del malato. Solo in questo modo è possibile arrivare ad una corretta valutazione dello stato di compenso del paziente e a decisioni terapeutiche appropriate.

Giovanni Tavecchia ANMCO
Giovanni Tavecchia