L’infarto miocardico in Italia oggi

Stefania Angela Di Fusco

Con la moderazione del Dott. Mauro e del Dott. Gregori il Simposio dedicato all’inquadramento dell’infarto miocardico nella realtà italiana contemporanea si è sviluppato partendo dalla considerazione che l’epidemiologia dell’infarto del miocardio è in continua evoluzione. Il Dott. Amico ha evidenziato la tendenza ad una maggiore aderenza alle linee guida internazionali sia nell’uso della terapia antiaggregante che della strategia riperfusiva tempestiva. È stata inoltre sottolineata una riduzione della mortalità a 30 giorni che è passata dal 1995 al 2015 dal 14% al 3%. La Dott.ssa Lucà che ha fatto luce sull’incidenza e la prognosi del NSTEMI ha evidenziato il progressivo incremento dell’incidenza di questo evento acuto che è quasi il doppio rispetto allo STEMI. Inoltre, ha puntualizzato che la diversa incidenza degli outcome riportati in territori differenti è correlato alle differenti caratteristiche socio-economiche delle popolazioni e alle diverse strategie terapeutiche messe in pratica. Il simposio è stato anche l’occasione per fare il punto sull’organizzazione territoriale per la gestione delle SCA con il Dott. Ottani che ha illustrato lo stato delle reti inter-ospedaliere in Italia, enfatizzando come un network efficiente per la PTCA primaria nello STEMI e della PCI precoce nel NSTEMI possa garantire un più ampio e tempestivo utilizzo di tali procedure che poi si traduce in una riduzione della mortalità e morbilità. È necessario passare ad una cooperazione non solo tra diverse strutture ma anche tra diversi profili professionali. Inoltre, è quindi emerso che la conoscenza dell’epidemiologia, delle caratteristiche demografiche e del profilo di rischio dei pazienti con SCA nei diversi territori è fondamentale per programmare il fabbisogno di risorse e garantire pari opportunità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale. Il Dott. Gregorio ha sottolineato come al centro della gestione degenziale del paziente con SCA restano le unità di terapia intensiva cardiologica, strutture di assistenza di riferimento per i pazienti cardiopatici acuti che devono essere interconnesse con reparti di degenza ordinaria e di riabilitazione specialistica. È stato anche enfatizzato come l’impiego di strategie terapeutiche sempre più invasive e la policomorbidità che interessa un numero progressivamente crescente di pazienti richiedano un impegno assistenziale sempre più complesso. In conclusione, il simposio ha fatto emergere come con il progressivo aumento dell’età media della popolazione ed il conseguente incremento dell’incidenza e della complessità del profilo clinico dei pazienti, l’organizzazione delle cure svolge un ruolo sempre più cruciale per un’ottimale gestione dei pazienti con sindrome coronarica acuta. Usando le parole di Osler, che la Dott.ssa Lucà ha citato nella sua presentazione, possiamo sintetizzare l’intera sessione affermando che “La medicina è la scienza dell’incertezza e l’arte della probabilità”.