Meet the expert – Sostituzione valvolare per endocardite su valvola nativa

di Giuseppe Parisi
Protesi biologica o meccanica? Sartorializzare la scelta in base al paziente

Interessante relazione del Dottor Federico Ranocchi sulla sostituzione valvolare per endocardite infettiva. Tale patologia coinvolge 3-15 pazienti su 100.000. Persiste ancora una elevata mortalità intraospedaliera intorno al 20%. Le indicazioni chirurgiche sono legate ad un inadeguato controllo della sepsi nonostante terapia antibiotica prolungata, la presenza di ascessi intracardiaci, prevenzione di emboli settici cerebrali, vegetazioni di grosse dimensioni oltre i 2 cm. Si apre il dibattito sulla tipologia di approccio chirurgico. In linea generale si preferisce la riparazione valvolare alla sostituzione per evitare la formazione di un biofilm ovvero microcolonie di patogeni che si ancorano a materiale estraneo e producono una matrice extracellulare antibiotico resistente. In caso di impossibilità a riparazione valvolare si procede alla sostituzione; in tal caso non c’è una indicazione precisa a protesi biologica o meccanica. Secondo le LG ESC 2015 e dai dati in letteratura nella pratica clinica si preferisce la protesi biologica  perché si riduce il rischio emorragico (non dovendo assumere terapia anticoagulante per tempi lunghi) e in caso di degenerazione o reinfezione si può optare per la valve-in-valve.

In conclusione, non esiste un approccio predefinito ma si valuta  la scelta tra protesi biologica o meccanica in relazione ad età del paziente, comorbilità e sua preferenza. Rimane di fondamentale importanza un approccio multidisciplinare all’endocardite su valvola nativa tra cardiologo, infettivologo, radiologo e cardiochirurgo per sartorializzare l’iter diagnostico-terapeutico per ogni paziente.

Giuseppe Parisi