Minisimposi PCSK9: oltre la riduzione delle LDL

Christos Katsanos

“È meglio amare o essere amati? Nessuno dei due, se il vostro colesterolo è più di seicento” – Woody Allen –

È oramai ampiamente noto come le molteplici terapie farmacologiche ipolipidemizzanti a disposizione, possano contribuire, ciascuna con il proprio meccanismo d’azione, a riportare e mantenere i livelli di colesterolo nei target raccomandati, ed è altrettanto noto come questo si traduca nei pazienti ad elevato rischio in una netta riduzione degli eventi cardiovascolari.

In questo contesto si inseriscono gli inibitori del PCSK9, una proteina che accelera la degradazione lisosomiale del recettore delle LDL, riducendo quindi la densità dei recettori sulla superficie degli epatociti. Questi anticorpi monoclonali (Alirocumab e Evolocumab) sono nuove e potentissime armi a disposizione del Cardiologo per ottimizzare il trattamento del paziente cardiopatico abbattendo in modo sorprendente il livello dell’LDL.

La terapia ipolipidemizzante ha lo scopo non solo di portare a target i pazienti ma anche di mantenerli costantemente a target nel tempo: gli inibitori del PCSK9, grazie alla loro potenza, consentono non solo la riduzione del LDL-C anche fino al 60%, ma anche la possibilità di ridurre gradualmente la dose in base alla risposta, individuando la minima dose capace di portare e mantenere il paziente in target per una eventuale protezione dallo svilupparsi nel tempo di possibili effetti indesiderati, ancora in corso di valutazione, legati ai bassissimi livelli di colesterolo LDL indotti da questi farmaci.

Nei due Mini-Simposi sono stati citati i principali trial condotti ed in corso; una menzione merita lo Studio Fourier che, coinvolgendo 27.000 pazienti, ha mostrato come questi farmaci possano modificare la storia clinica dell’aterosclerosi mediante una riduzione di circa il 59% del LDL cui seguono importanti risultati sulla riduzione degli endpoint primari (15%) e secondari (20%).