Ruolo dell’imaging cardiovascolare

Giovanna Di Giannuario

Nella mattina della prima giornata del Congresso si è svolto l’interessante Minimaster “Ruolo dell’imaging cardiovascolare nelle malattie del miocardio”. Ha aperto i lavori il Dottor Cecchi illustrandoci il ruolo dell’imaging nella cardiomiopatia ipertrofica (CMI) ed i progressi della tecnologia dall’ecocardiografia 2D fino ad arrivare alle tecniche più avanzate speckle tracking, PET, risonanza magnetica cardiaca (RMC), Ecocardiografia 3D, TAC 2D/3D.

L’esame di screening è l’ecocardiogramma che identifica gli spessori e la morfologia, i gradienti e l’insufficienza mitralica SAM-correlata. La RMC ha assunto negli ultimi anni un ruolo centrale identificando la grande variabilità anatomica della CMI, le anomalie dei papillari e dei tendini e le aree di fibrosi.

Ha proseguito il Dottor Carluccio che ci ha parlato di cardiomiopatia dilatativa, illustrando l’utilità dell’imaging a livello diagnostico, sia prognostico che terapeutico, sottolineando il ruolo centrale della ecocardiografia e della RMC, che sono strumenti complementari.

L’ecocardiografia permette inoltre la valutazione e guida la scelta terapeutica dell’insufficienza mitralica funzionale.
Il Dottor Piovesana ha parlato della cardiomiopatia restrittiva (CMR) sottolineando come la diagnosi sia una “diagnosi di esclusione” che prevede il confronto diagnostico ecocardiografico con la cardiopatia costrittiva attraverso segni patognomonici quali le variazioni respiratorie del doppler pulsato, lo spostamento anomalo inspiratorio del SIV, le velocità del TDI e l’annulus paradosso.

Il Dottor Pinamonti è partito da un caso clinico di Malattia di Fabry, una glicogenosi x-linked recessiva, una patologia sistemica della quale si deve avere il sospetto sulla base della clinica manifestandosi con sintomi neurologici, nefrologici, cardiologici e dermatologici e di cui l’ecocardiografia 2D e la RMC permettono di apprezzare il fenotipo cardiaco caratterizzato da cardiomiopatia ipertrofica. La relazione ha poi affrontato le varie forme di amiloidosi AL e TTR, le caratteristiche cliniche e l’imaging. L’ecocardiografia ci fa apprezzare la classica ipertrofia concentrica, associata ad un ECG con bassi voltaggi ed il tipico risparmio dell’apice al GLS .

Il Dottor Gregori ha relazionato sulla cardiomiopatia peripartum, dalla sua definizione secondo le ultime linee guida, alla diagnosi che si basa sulla valutazione funzionale cardiaca con ecocardiografia e RMC, ed ha approfondito le novità in termini di terapia e prognosi.
Il dottor D’Andrea ha parlato di cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, che è stata inserita nella classificazione europea delle cardiomiopatie. Della patologia sono stati affrontati in maniera pratica e chiara i parametri ecocardiografici di riferimento, valutando anche la diagnosi differenziale con la patologia del ventricolo destro dello sportivo, ed è stata sottolineata l’importanza diagnostica della valutazione morfologica con la RMC e della valutazione funzionale con speckle tracking.

La dottoressa Parrini, infine, nell’ultima relazione, ha discusso della valutazione con imaging del danno cardiaco nel paziente cardio-oncologico, un argomento di interesse crescente in cui la conoscenza della terapia e dei potenziali effetti collaterali guida la scelta diagnostico-terapeutica e nella quale l’ecocardiografia e soprattutto il GLS sono strumenti essenziali per la ricerca di disfunzione sistolica precoce.

Tutti i Relatori hanno concluso con un messaggio comune: l’imaging è fondamentale nelle cardiomiopatie, ma non sufficiente da solo a fare diagnosi, quindi va utilizzato come uno strumento integrato in una valutazione multi-parametrica.