Scegliere con saggezza per evitare l’accanimento diagnostico, perché non sempre “more is better”

Stefania Angela Di Fusco

In Sala del Borgo dalle 16.00 alle 16.30 l’attenzione è tutta focalizzata su “I mille volti dell’accanimento diagnostico” in Cardiologia. La discussione è occasione di una disamina dell’inappropriatezza nell’utilizzo degli strumenti diagnostici nell’approccio alle patologie cardiovascolari. In molti campi della medicina per numerose indagini diagnostiche è stato osservato che la loro esecuzione, in assenza di un preciso sospetto clinico, è di scarsa utilità. Inoltre, eventuali risultati falsi-positivi possono indurre ad effettuare una serie di ulteriori indagini fino a configurare vere e proprie “peripezie diagnostiche” tali da poter essere inquadrate nella così detta “Sindrome di Ulisse” [The Ulysses syndrome. Can. Med. Assoc. J. 1972, 106, 122-123]. Partendo dall’osservazione che ogni anno vengono eseguiti miliardi di test diagnostici, di cui la metà sono esami cardiovascolari, ed un terzo degli esami eseguiti sono totalmente o parzialmente inappropriati, è chiaro che l’oggetto di questa sessione è di estrema attualità e di interesse pratico per ciascun cardiologo. La diagnostica per immagini in cardiologia è il principale campo in cui più facilmente si “scivola” nell’inutile, come ad esempio per quel che riguarda gli esami ecocardiografici, eseguiti spesso con cadenza annuale in pazienti ipertesi, o le indagini pre-operatorie, spesso non solo non necessarie ma anche motivo di ritardo terapeutico. Spunto di discussione è anche il ruolo di metodiche diagnostiche più innovative dalla TC coronarica alla diagnostica nucleare cardiologica. Indagini dall’indubbio valore aggiunto ma non scevre di rischi legati all’utilizzo di radiazioni e di mezzo di contrasto. Tali esami, in pratica, possono rendere il percorso diagnostico una “peripezia” che non raramente si conclude senza una chiara definizione diagnostica e, dunque, senza un impatto sulla strategia terapeutica complessiva. Questo incontro mette in luce la complessità del fenomeno dell’accanimento diagnostico e permette di comprenderne le cause responsabili: il debito formativo del professionista (fondamentale per l’ottimizzazione dell’iter diagnostico è il riferimento alle Linee Guida), gli interessi economici e la medicina difensiva. Inoltre, non trascurabile è il ruolo della inadeguata informazione della popolazione: i messaggi erronei dei mezzi di comunicazione inducono spesso richieste incongrue. D’altro canto, importante è anche conoscere le molteplici implicazioni dell’accanimento diagnostico che vanno dall’incremento del numero e del costo delle procedure diagnostiche al ritardo nell’esecuzione di indagini che invece sono necessarie. In conclusione, considerando la continua innovazione e la proliferazione delle metodiche diagnostiche che il cardiologo clinico ha a disposizione, il simposio si prospetta molto stimolante.