La parola ai rappresentanti di ACC e AHA

Stefania Angela Di Fusco

Il Simposio congiunto delle due maggiori società scientifiche cardiologiche Americane, l’American College of Cardiology e l’American Heart Association, è stato condotto da personalità di grandissimo prestigio ed è stato momento per confrontarsi su argomenti chiave presenti nelle linee guida internazionali. Le ultime linee guida americane sull’ipertensione sono stato il frutto della cooperazione di esperti in molteplici campi, dall’endocrinologia alla nefrologia, dalla neurologia alla epidemiologia. Le principali novità rispetto alla precedente edizione, che risale a 14 anni fa, comprendono una nuova definizione e classificazione dell’ipertensione, diversi cut – off di normalità ed un nuovo approccio terapeutico. I dati derivati da importanti meta analisi hanno infatti dimostrato un progressivo incremento del rischio di malattia cardiovascolare a partire da valori di pressione arteriosa superiori a 120/80 mmHg, da cui la necessità di abbassare i cut – off. Dal punto di vista terapeutico è stato fortemente raccomandato in tutti i casi il trattamento non farmacologico, da associarsi ad un trattamento farmacologico solo laddove necessario, sulla base dei valori pressori e del rischio cardiovascolare. L’auditorio ha avuto l’eccezionale occasione di ascoltare dalla viva voce del Presidente dell’ACC, il Dottor C. Michael Valentine, i suggerimenti per la gestione dello STEMI tratti dalle più recenti linee guida: il tempo target per la PCI primaria (<90 min) deve essere calcolato dal primo contato medico con ECG (FMC to balloon) e non più dall’arrivo in ospedale (door to balloon). Ulteriori novità riguardano diversi ambiti e settori: in caso di arresto cardiaco extraospedaliero e paziente in coma viene raccomandato il ricorso all’ipotermia; nella malattia multivasale può essere presa in considerazione una rivascolarizzazione completa; la riabilitazione cardiologica è raccomandata nella gestione post IMA. Nella fase finale del Simposio sono state esaminate le principali differenze ed analogie esistenti tra le linee guida americane e quelle europee nel campo della prevenzione cardiovascolare. La sessione si è conclusa con l’esperienza statunitense relativa all’impiego, da parte delle agenzie assicurative, dei criteri di appropriatezza stabiliti dalle società scientifiche al fine di ottenere il rimborso delle spese sanitarie.