Simposio Congiunto ANMCO-ACC – La prevenzione cardiovascolare ai lati opposti dell’oceano: somiglianze e differenze nel trattamento della dislipidemia tra Europa e USA

Dopo le Linee Guida ESC 2011 per il trattamento delle dislipidemie, anche l’American Heart Association (AHA) e l’American College of Cardiology (ACC) hanno aggiornato nel 2013 le indicazioni per il trattamento del colesterolo, mirate alla prevenzione delle malattie cardiovascolari

La grande sala Washington, nel giorno di apertura del 46° Congresso ANMCO, ha ospitato un interessante dibattito a carattere letteralmente “transoceanico”, sul tema del trattamento delle dislipidemie. Grazie ad illustri relatori provenienti dagli Stati Uniti (la Dott.ssa Volgman da Chicago e il Dott. Casale da Lancaster) e da diverse zone d’Italia (il Dott. Abrignani da Erice e il Dott. Colivicchi da Roma) riuniti qui a Milano, sono stati ripercorsi i diversi punti che accomunano e differenziano le attuali raccomandazioni per il trattamento dell’ipercolesterolemia da una parte e dall’altra dell’oceano. Era infatti arrivato il momento di confrontarci, se pensiamo che dopo le Linee Guida ESC 2011 per il trattamento delle dislipidemie, anche l’American Heart Association (AHA) e l’American College of Cardiology (ACC) hanno aggiornato nel 2013 le indicazioni per il trattamento del colesterolo, mirate alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.  Questo intrigante viaggio intercontinentale è iniziato con il puntuale intervento della Dott.ssa Volgman, che ha ricordato alla platea come l’introduzione della terapia con statine dagli anni ‘90 in poi, abbia cambiato drasticamente la storia naturale dei nostri pazienti in termini di eventi cardiovascolari. Le Linee Guida americane, infatti, sono mirate proprio all’identificazione dei pazienti che maggiormente possano beneficiare di tale trattamento, definendone anche il livello di intensità più adeguato, senza tuttavia dimenticare, ha prontamente sottolineato la Dottoressa, un adeguato stile di vita e la difficile battaglia contro l’obesità.  A seguire, il Dott. Abrignani, presentando le attuali evidenze di aderenza alle Linee Guida ESC in Europa, ha dovuto ammettere che molti dati estrapolati da survey e registri italiani rispecchiano un’insufficiente raggiungimento dei target-LDL e una scarsa attenzione da parte del cardiologo all’adeguato follow-up del paziente, dati che in realtà trovano riscontro in molti paesi europei, dalla Spagna all’Austria, passando per Danimarca e Belgio. Il Dott. Abrignani si è chiesto dove sia il punto debole in Europa: trattiamo correttamente il nostro paziente al momento della dimissione, ma la tendenza è quella di utilizzare statine a dose non adeguata, abbandonando spesso le molecole ad alta intensità già a pochi giorni dalla loro introduzione; se si considera in aggiunta la scarsa aderenza del paziente al trattamento è chiaro come siamo ancora lontani dai famosi “target” che ci eravamo prefissati.  Con un ulteriore sguardo verso gli Stati Uniti, il Dott. Casale ha poi elencato le nuove evidenze e le future prospettive che potranno far parte dell’armamentario per il trattamento delle dislipidemie: come non citare lo studio Improve-it che ha per la prima volta ha sancito l’efficacia di un agente farmacologico diverso dalla statina (ezetimibe in associazione a simvastatina) nella riduzione del rischio cardiovascolare? Il percorso  di innovazione continua con l’inibizione della proteina di trasferimento degli esteri del colesterolo (CETP), che è stata proposta come una possibile strategia per alzare i livelli di colesterolo HDL, o ancora con i promettenti risultati degli studi su gli anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9 come nuovo paradigma in prevenzione secondaria.  Il Dott. Colivicchi infine, ci ha brillantemente proposto i possibili punti di incontro su questo dibattuto tema tra Europa ed America: pur con le differenze in termini di target LDL per i diversi profili di rischio (numericamente ben indicati dalle Linee Guida ESC; non specificati dagli americani) in realtà le Linee Guida trovano come comune obiettivo la scelta della statina con il miglior livello di intensità ed il possibile ausilio delle promettenti terapie di associazione, sempre con lo scopo di individuare i pazienti a maggior rischio cardiovascolare per migliorarne la prognosi futura. America ed Europa hanno un obiettivo comune e il Simposio ANMCO-ACC ha centrato nel segno: fornire spunti fondamentali per migliorarci!