Nuove tecnologie in cardiologia: tra innovazione e buon senso!

Annamaria Iorio
"Come ‘gestire’ e non lasciarsi gestire dalle nuove tecnologie in cardiologia?"

Come non affrontare nel nostro Congresso il tema della “tecnologia in cardiologia” che come tsunami invade ormai la nostra pratica clinica? In una interessante sessione questa mattina in Sala Anfiteatro i nostri relatori affrontavano importante ed attualissimo il tema della integrazione delle nuove tecnologie in cardiologia. Il Dott. Gensini affronta in una interessante ed elegante relazione problemi relativi alla introduzione della nuove tecnologie di comunicazione nella vita pratica clinica, sottolineando come le nuove tecnologie, integrate quotidianamente in un contesto ben strutturato multiprofessionale e multidimensionale, possano presentarsi come strumento di supporto non solo per la semplificazione di atti quotidiani, ma anche per una migliore gestione clinica e maggiore personalizzazione della medicina. In una popolazione come quella attuale con elevato tasso di anzianità (presente nel 40% dei pazienti valvolari anziani), non si poteva non dedicare una parte della sessione al tema delle tecnologia quale strumento per il trattamento della valvulopatia artica. Il compito di introdurre l’argomento è stato affidato al Dott. De Rosa che apre la sua relazione con un focus sui rischi dell’utilizzo della tecnologia in un contesto di opinione pubblica sempre più difficile da gestire. Il Dott. De Rosa ha affrontato l’argomento tra certezze e sfide future, mostrando incoraggianti risultati a lungo termine. Segue la Dott.ssa Seccareccia che riportandoci nella realtà nazionale sottolineava alcuni aspetti di notevole importanza, come il fondamentale ruolo della multidisciplinarità decisionale, costi, efficacia e futuro dei trattamenti. La relatrice ricordava come paragonati per costo/efficacia la TAVI VS terapia chirurgica standard, la TAVI si associava a costi maggiori nella fase periprocedurale, a fronte di costi minori nel primo anno di follow-up. Dedicandosi ai dati nazionali venivano mostrati dati dello Studio OBSERVANT, studio prospettico, osservazionale di confronto tra TAVI e chirurgia classica. Anche in Italia, come atteso, i pazienti riceventi TAVI rispetto a pazienti sottoposti a chirurgia classica, presentavano una età media maggiore con comorbidità molto più rappresentate. Tuttavia, rispetto a tale differenza non vi era differenza in termini di outcome a lungo termine tra i due trattamenti. La relazione si chiude sottolineando la necessità di un arruolamento futuro per meglio testare i devide in tema di valvulopatia futura. In tale contesto, la sessione non si poteva non chiudere ricordano impatto economico e di efficacia di device di ICD/ CRT.