UN NUOVO PROGETTO DI FORMAZIONE E RICERCA PER LA RETE DEI CENTRI SCOMPENSO CARDIACO: LA CLUSTER NETWORK

Giulia Russo

Il focus sulla “Cluster Network” organizzato dall’Area Scompenso Cardiaco ANMCO ha permesso ai partecipanti di approfondire meglio il nuovo progetto portato avanti dall’Area in sintonia con la Task Force di CardioNeurologia e con l’Area Giovani. L’intento, come ben spiegato dal Dott. Mortara, è quello di coinvolgere attivamente i centri scompenso, non solo attraverso la partecipazione passiva ma anche attraverso idee specifiche e proposte che sono state inviate proprio dai centri scompenso. Il nome di “Cluster Network” vuol dire proprio questo: gruppi (cluster) che si mettono insieme accomunati dallo stesso interesse.

Di fatto, prima del Congresso Nazionale, a tutti i Centri Scompenso è stato inviato un Questionario sui dati di attività domandando un parere sull’idea del cluster; su 448 centri hanno risposto 254. I cluster, in questa fase iniziale, saranno proposti dall’Area, ma successivamente potranno essere anche gli stessi centri ad avanzare proposte attive mentre l’Area manterrà il suo ruolo di aggregazione, di studio e di valutazione sulla fattibilità del progetto. I primi cluster proposti dall’Area Scompenso Cardiaco sono: le miocarditi, nei Centri che possono eseguire una RMN cardiaca, le cardiomiopatie giovanili intese in pazienti con età inferiore a 50 anni, lo scompenso cardiaco nei pazienti affetti da evento cerebrale acuto e ricoverati nelle stroke unit, quest’ultimo in collaborazione con la Task Force di CardioNeurologia.

I tre progetti sono stati presentati rispettivamente dalla Dott.ssa Macera, dal Dott. Pasqualucci e dalla Dott.ssa Carletti. Tutti e tre sono partiti dal back – ground di ciascuna patologia per poi illustrare brevemente l’obiettivo del progetto. I tre progetti sono legati dalla volontà di raccogliere in CRF semplici dati di questa tipologia di pazienti, costruire una rete e permettere un coordinamento tra centri hub e spoke allo scopo, ancora una volta, di rendere più omogenei possibili i comportamenti sanitari e i trattamenti per queste tre categorie di pazienti.